Libri Antichi e Moderni

Libri antichi e di pregio di tutte le epoche, eventi e mostre d'arte

l'Alta Via - tra antichi sentieri, forti e torrenti
La nuova mostra del maestro Lizza

a “La Fenice” di Sanremo.
La Fenice Libreria - Galleria

La scoperta dell’altra riviera  tra le montagne dell‘alta via. Una bellezza senza confini. Nella sua grande esposizione di dipinti ed acqueforti, il pittore e incisore Raffaele Benito Lizza presenta a "La Fenice" di Sanremo, i suoi paesaggi del ponente ligure. Uno splendido itinerario artistico nel “paradiso del trekking”, che propone anche una missione culturale della pittura. La Pittura Trekking come valorizzazione dei borghi antichi e del turismo nell’entroterra, come elogio dell’ambiente e della Natura, come culto delle tradizioni e della bellezza. La mostra è in cartellone fino a sabato 8 gennaio 2011, entrata libera nell'orario di apertura della libreria.

Anche se tutto è inganno e illusione

 e la verità sempre ineffabile,

 pure la montagna mi guarda

 dentellata, tutta riconoscibile.

Cervo e corvo, rosa rossa,

mare azzurro, mondo screziato:

raccogliti -- e tutto si sfalda

nell’ informe innominato.

Raccogliti, rientra in te,

impara a guardare, a leggere.

Raccogliti – il mondo è apparenza.

Raccogliti – l’ apparenza è l’ Essere.

        Hermann Hesse




“Nulla dies sine linea”. Ovvero “Non lasciar passare un solo giorno senza disegnare o dipingere”. Dai tempi del Rinascimento, fino ai giorni nostri, è stato questo l’imperativo categorico di tutti i veri artisti. Soprattutto nell’Ottocento, come racconta nei suoi folgoranti scritti sull’arte Charles Baudelaire.

Anche il mio amico Lizza - ho scoperto - pratica il “Nulla dies”. Ma senza vantarsene, come sono soliti fare, con malcelato orgoglio, tanti altri pittori. Lui lavora e lavora in silenzio, come

un artista zen.

Appassionatamente, tenacemente. Senza mai abbandonare il suo percorso spirituale, senza mai perdere di vista i suoi orizzonti culturali: l’amore ed il rispetto per i Classici, la passione per la Letteratura e la Poesia, il culto della Bellezza, la ricerca della spiritualità nell’ Arte.

Non a caso tutte le mostre di Lizza alla Libreria Antiquaria e Galleria d’Arte “La Fenice”

di Sanremo, unica sede dei suoi eventi, hanno sempre fatto registrare consensi sulla stampa italiana e un significativo record di contatti via Internet, in particolare su Google. Cliccare per credere…

Dall’ormai lontano 2005, infatti, quando riuscii a convincere il maestro Lizza a fare la sua prima mostra di acqueforti a “La Fenice”, abbandonando per poche ore la sua Bottega d’Arte di Diano Marina dove lavorava come un artista rinascimentale, il vernissage di una nuova mostra di Lizza è diventato ormai un rito tradizionale alla vigilia delle feste natalizie.

Un appuntamento imperdibile, atteso con la stessa impazienza con la quale si attende il biglietto d’ autore di Auguri di Buon Natale e di Buon Anno, dipinto da un artista che ci è caro.

LA RIVIERA DEI FIORI COME ISPIRAZIONE DI BELLEZZA E CULTURA

E anche quest'anno, nell'atmosfera di una libreria antiquaria costellata da migliaia di libri antichi e moderni, il maestro Lizza ha aperto dinanzi al suo pubblico un libro di bellezza

infinita, da sfogliare pagina dopo pagina, con le sue visioni dell' Altra Riviera dei Fiori, la

Riviera incontaminata dei vecchi mestieri, dei borghi antichi, delle sacre tradizioni.

La Riviera dalla luce accecante e di tutti i colori del verde e del blu che hanno fatto impazzire   per la loro magia il grande Claude Monet, il suo pittore-cantore.

Una Riviera di cui è diventato oggi il poeta-pittore contemporaneo  più noto per la straordinaria ricchezza delle sue opere e delle sue ricerche, tra dipinti ed acqueforti, realizzate  in oltre cinquant'anni di lavoro e di studi.

Basta ricordare, a questo proposito, i titoli e le epigrafi poetiche delle più importanti mostre di  Lizza ispirate alla Riviera. Un vero e proprio florilegio di arte e poesia, i due leit motiv che contraddistinguono le opere del maestro.

 “Paesaggi dell’anima. La Riviera, i Sogni. La Donna, i Gatti. L’Oriente, i Viaggi” era il titolo della mostra 2005, introdotta da una citazione del poeta Tagore "Lasciarsi guidare unicamente dalla vista, a scapito dello spirito, significa limitarsi a non vedere e a non dipingere che il lato superficiale delle cose. Per acquisire la vera conoscenza della forma, bisogna illuminare tutto con il raggio della nostra anima ed essere pronti a ricevere la luce che emana dalle cose visibili e invisibili".

“I colori e i profumi della Riviera dei Fiori era, a sua volta, il titolo della mostra 2008,

introdotta dai magici versi di Charles Baudelaire “Là tutto è ordine e bellezza / calma, lusso e voluttà…”. Una mostra che fece scalpore anche per la sua “archeologia della pittura”, come

venne definita dalla critica la straordinaria ricerca della storia delle immagini iconografiche della Riviera, realizzata dal maestro Lizza  consultando documenti e libri antichi, per poi riproporre la visione fedele della Riviera di una volta, con le sue acqueforti ed i suoi acquerelli di rara bellezza.

“Un invito al viaggio in Riviera nel tempo, alla ricerca dei paradisi perduti” venne salutato dalla critica quale evento, e di cui vengono riproposte, a grande richiesta, alcune opere  in occasione della sua nuova mostra.

Ancora una volta, dunque, con questa sua sorprendente esposizione di dipinti e acqueforti, il maestro Lizza riuscirà a stupire la critica e tutto il suo pubblico. La stessa titolazione dell’evento, come annuncia l’originale locandina della mostra, propone un invito irresistibile a scoprire l’Altra Riviera. Il messaggio della locandina d’autore, del resto, non ammette repliche. Il testo, addirittura perentorio, annuncia con chiarezza i contenuti della mostra. L'ALTA VIA , “strilla” il titolo, a caratteri cubitali, “Tra antichi sentieri, forti e torrenti dell’entroterra di ponente”, quasi sussurra il sottotitolo in corsivo, come un suggerimento amicale. La splendida veduta del sentiero nel bosco, che campeggia sulla locandina, a sua volta è esplicita quanto basta.

 “Se ami la Natura, il silenzio, i luoghi incontaminati - dice il messaggio di questo affiche – vieni a scoprire l’Alta Via!”. Nel paradiso del trekking, dunque, anche la pittura diventa trekking. attraverso le visioni di bellezza rivelate da un artista che si muove in un paesaggio naturale benedetto da Dio.

LA PITTURA TREKKING COME  PROMOZIONE  DEL TURISMO CULTURALE,           

LA VALORIZZAZIONE DEI BORGHI ANTICHI E LA TUTELA DELL' AMBIENTE 

La mostra in cartellone a “La Fenice” propone, per i suoi contenuti, un evento che per così dire va oltre la pittura tout court, per coinvolgere anche le istituzioni e il mondo dell'arte nell'affermazione della cultura come biglietto da visita dell' entroterra e dei centri minori, richiamando l'attenzione delle comunità montane e degli stessi escursionisti, per l'intensa bellezza di paesaggi ripresi dal vivo, sul percorso dei Monti Liguri, noto come il paradiso del trekking.

Un itinerario tra cielo, terra e mare che si estende per circa 400 chilometri, lungo la dorsale montuosa, attraversando da est ad ovest tutta la Regione Liguria. Una terra promessa per gli appassionati della montagna, inondata di luce. Questo percorso meraviglioso sorprende e incanta i visitatori per la varietà dei suoi ambienti, per gli improvvisi panorami che si spalancano sul mare, tra sentieri che corrono su rosse rocce a picco sulla costa. Una terra benedetta, circondata dalla impenetrabile macchia mediterranea, dove ci si trova immersi come per magia tra boschi di castagni e faggi e, alle altitudini maggiori, tra abeti e larici. Qui, il maestro Lizza, addentrandosi in un territorio ricco di borghi antichi, di tradizioni e di parchi naturali, ha iniziato le sue ricerche per dar vita alla sua Pittura Trekking, esplorando i luoghi sacri dei grandi pittori dell' Ottocento. Un lavoro intenso, durato oltre un anno, con continue escursioni in tutte le stagioni ed in situazioni climatiche estreme.

“Nonostante i miei 70 anni- mi ha confidato sorridendo  Lizza, raccontamdomi le sue avventure - tra  un giorno dardeggiato dal sole e tra tanti altri giorni di vento, di pioggia e di neve, ho potuto lavorare e, tutto sommato, mi sono divertito”.

“La Pittura Trekking - ho scoperto - oltre alla sua missione culturale, fa bene anche al corpo e alla mente!”.

         Un argomento  che ha suscitato l’interesse non solo degli appassionati d'arte, ma anche delle istituzioni locali, come documenta questa nostra intervista con il maestro Lizza.

 L'ANIMA E LE FORME DELLA PITTURA TREKKING SECONDO IL MAESTRO LIZZA

D.   Parliamo, anzitutto, della Pittura Trekking come l’abbiamo definita insieme quando mi hai mostrato in anteprima le tue opere di questa nuova mostra, raccontandomi le tue avventure sull’Alta Via. Condividi questa definizione?

R.           Senza dubbio è efficace, ma a condizione che non si confonda questa pittura con il

 “plein air” dei pittori impressionisti. Le opere pittoriche di questa mostra, con tutti i loro colori e le loro atmosfere, non sono state create con la tecnica impressionista, lavorando con il cavalletto all’aria aperta. Sarebbe un falso storico.

D.    Come hai lavorato?

R.    Con la stessa filosofia dei dettagli e le stesse tecniche classiche dei pittori ottocenteschi del Gran Tour, ma con lo spirito di un artista moderno. Percorrendo, cioè, i sentieri tradizionali del trekking e disegnando il paesaggio sul mio taccuino, con fotografie mirate a memorizzare, per quanto possibile, i colori della Natura, le mie sensazioni, le mie intuizioni dinanzi ad uno spettacolo straordinario. Non a caso, su ogni opera, ho indicato chiaramente il luogo e la data del paesaggio che ha catturato la mia attenzione. Ecco perché questa mia mostra propone il volto di un’altra Riviera. La Riviera incontaminata, ma troppo spesso dimenticata del Ponente ligure, dove sopravvivono le antiche tradizioni, i mestieri di una volta, gli uliveti, la macchia mediterranea , gli stessi sentieri dove l’uomo si è fatto strada tra le rupi. E’ una Riviera vera, sempre riconoscibile e raggiungibile. Non a caso la forza del disegno rappresenta l’elemento caratterizzante dei miei acquarelli. La tecnica dell’ acquarello, strumento ideale per chi vuole dipingere dal vero, mi ha consentito, con la sua gamma di trasparenze, con i suoi “tagli di luce” per dirla con Federico Fellini, di ricreare un’aura di poesia e di pace, di luoghi e situazioni irraggiungibili per chi vive nel tessuto urbano. In alcuni paesaggi - mi hanno confidato alcuni amici - si respira a pieni polmoni l’aria leggera della montagna. E' il più bel complimento che ho ricevuto. La tecnica dell’acquarello prediletta dai pittori del Gran Tour consente di rinnovare questi miracoli.

Non escludo l’ipotesi che qualche artista trekker, più giovane di me, un giorno decida di sedersi sul ciglio di un burrone con il suo cavalletto per disegnare un paesaggio che lo attrae. Ma sarebbe, a mio modesto giudizio, un’esercitazione pericolosa ed inutile. Oggi, a supporto dei pittori, ci sono i mezzi di trasporto, la fotografia, l’equipaggiamento tecnologico. Una volta era diverso. L’abnegazione nei confronti di Madonna Pittura ha fatto correre parecchi rischi agli impressionisti. Pensiamo al grande Claude Monet. Non è soltanto un genio, è stato a suo modo un eroe per lavorare con il cavalletto in plein air...

D.    Era così difficile?

R.    Certo non era facile. E, in alcune condizioni limite, come dicevo, è stato quasi eroico. Basta leggere, per convincersene, le lettere scritte a Bordighera da Monet, in cui raccontava le sue peripezie per dipingere all’aria aperta. A tal punto da consumare “tutte le tele, le scarpe, le calze, perfino i vestiti”. L’epistolario di Monet testimonia ampiamente i sacrifici sopportati dagli impressionisti.

 ( …) Faccio un mestiere da cani, io, e non risparmio le gambe; salgo, poi ridiscendo, e poi ancora risalgo; fra uno studio e l’altro, come riposo, esploro ogni sentiero, sempre alla ricerca del nuovo; e così giunta la sera ne ho abbastanza…” scriveva Monet da Bordighera, il 24 gennaio 1884, a madame Alice Hoschedè, come riporta il capitolo “Passi dell’epistolario di Manet” dei Classici dell’Arte Rizzoli. Fortunatamente oggi gli artisti non hanno questi problemi...

D.   Hai avuto qualche brutta avventura nel fare Pittura Trekking?

R    Nessuna, nonostante i miei 70 anni. Qualche volta ho trovato la pioggia, un’altra la neve. Lassù, come sempre accade in montagna, la Natura talvolta è inospitale. Bisogna solo rispettarla e comprenderla, come il mare d’altronde. Sull’ Alta Via, che da buon alpino ho calcato regolarmente fin da quando ero giovane, mi sono trovato sempre bene. Ora la conosco ancora meglio di una volta. Per realizzare gli acquarelli e le incisioni di questa mostra, per mesi e mesi mi sono addentrato nel verde dell’entroterra della Riviera, camminando tra boschi e torrenti, incontrando e ritraendo scoiattoli, marmotte, ricci, tantissimi animali del bosco. Che altro dire? Fare Pittura oggi è un piacere. Basta equipaggiarsi a dovere, con l’abbigliamento e le calzature giuste. Chissà come sarebbe stato felice il povero Monet di lavorare in plein air, equipaggiato da trekker!

D.    Nel frattempo oggi il paesaggio è ritornato in voga nel mondo dell’ arte, come ai tempi del Gran Tour e degli Impressionisti. Come giudichi questo ritorno felice alla Natura? Da un certo punto di vista, sostengono alcuni studiosi ecologisti, si potrebbe addirittura interpretare questa moda culturale, questo ritorno alla Natura nell’arte, come un segnale di allarme per salvare il salvabile di una Terra condannata alla catastrofe. L’arte può avere una missione in questo senso?

R.   Certamente. Ogni giorno nel mondo, come testimoniano le cronache e le denunce degli ecologisti, accadono disastri e delittuosi oltraggi alla Natura. L’arte può contribuire, in qualche modo, a riaffermare i valori della Natura e della sua bellezza. Ma non basta ammirare un bel paesaggio dipinto, se non ci si reca sul luogo, e con la nostra presenza, in qualche modo, difenderlo e salvarlo. La Pittura Trekking potrebbe avere questa “mission”, come si dice oggi. Esercitare, cioè, attraverso i suoi artisti e le loro opere un’azione culturale per la promozione del turismo d’arte nell’entroterra, dei borghi antichi, dei parchi culturali. Quantomeno dal punto di vista filosofico della pittura di paesaggio.

Dal punto di vista della storia dell’arte e delle tecniche artistiche, invece, considerato il periodo di apertura della mia mostra in corso a La Fenice di Sanremo, che resterà aperta

fino all’ 8 gennaio 2011, ci sarà possibile approfondire queste tematiche, con l’intervento, mi auguro, di altri artisti e studiosi e delle stesse istituzioni. La Pittura Trekking, infatti, ha già destato con il suo annuncio molta curiosità e tantissimo interesse nel mondo dell'arte.

Silvano Tuzi  

Scarica l'Invito alla mostra (PDF)