Libri Antichi e Moderni

Libri antichi e di pregio di tutte le epoche, eventi e mostre d'arte

Raffaele Benito Lizza
Paesaggi Dell'Anima

18 Giugno - 30 Settembre 2005
La Fenice Libreria - Galleria

"Per detestabile e ingombrante che sia la pittura nei tempi in cui viviamo - ci ha lasciato scritto Vincent Van Gogh - colui che ha scelto questo mestiere, se lo esercita con zelo, è uomo di dovere e solido e fedele".
Quali più degne parole per presentare Raffaele Benito Lizza, incisore e pittore, artista classico e moderno al tempo stesso, al quale è toccato dalla sorte e dalla sua lontana amicizia con
Francesco Papalia e Anna Maria Vitale l'onere e l'onore di inaugurare con una sua mostra la Galleria della loro Libreria Antiquaria "La Fenice" di Sanremo? Una Libreria-Galleria nata
all'insegna di una nuova filosofia dello "Spazio dell'Arte". A "La Fenice", infatti, tra migliaia di libri antichi e moderni di ogni età e di ogni genere, bibliofili e appassionati d'arte potranno
scoprire finalmente, oltre l'artista, anche l'uomo e la sua anima, la sua visione del mondo e le sue passioni letterarie.
Non a caso "Paesaggi dell'anima" è il titolo della mostra di Lizza. Un titolo dichiaratamente dedicato alla Poesia e alle sue suggestioni che, nel sottotitolo, declina le ispirazioni dell'artista:
"La Riviera, i Sogni. La Donna, i Gatti. L'Oriente, i Viaggi.
Un universo pittorico, "soave e lieto" come la musica di Mozart, che esplode in tutta la sua bellezza nelle acqueforti del maestro, dove è protagonista assoluto il tratto di un disegno
sperimentato e approfondito attraverso lo studio dei capolavori del nostro glorioso Rinascimento.

INTERVISTA ALL'AUTORE

D. Anzitutto, maestro, perché si è deciso soltanto oggi, dopo tanti anni di lavoro e tante proposte di esporre le sue opere, a partecipare ad una personale così impegnativa?
R. Semplicemente perché, per la prima volta, mi è stato proposto di fare una mostra in una chiave di lettura a me congeniale: una mostra di acqueforti di grande ispirazione letteraria, che rappresenta anche un mio modesto omaggio ai poeti e agli scrittori che con i loro libri sono stati compagni di viaggio della mia vita. Quale migliore occasione, mi sono detto, per onorarli che organizzare una mostra a "La Fenice"? Così abbiamo inserito un catalogo delle mie opere nel Catalogo della libreria, abbiamo inserito anche nel sito internet de La Fenice questo catalogo, abbiamo progettato insieme dei cavalletti su misura per esporre le mie acqueforti. E, voilà, giorno dopo giorno, è nata questa esposizione. Una mostra d'arte insolita, costellata di libri: tantissimi libri antichi e moderni, di ogni epoca e di ogni genere, molti dei quali hanno profondamente inciso sul mio carattere e sulla mia visione della vita e dell'arte. In bella evidenza, vicino alle mie acqueforti, i visitatori potranno scoprire anche i volumi dedicati alle mie ispirazioni dominanti: la Riviera, i Sogni. La Donna, i Gatti. L'Oriente, i Viaggi. In occasione dell'apertura di ogni evento verrà proposta in vetrina anche qualche "chicca", come dicono i bibliofili, di un libro inedito o di antichi documenti. Il risultato di questo lavoro darà vita ogni mese ad un "happening" d'arte e di bibliofilia che, ne sono certo, sorprenderà tutti gli appassionati di libri e di cultura.

D. Una mostra, dunque, che rappresenta un omaggio alla poesia, alla cultura e alle passioni dell'anima. Non a caso l'iscrizione a margine della sua acquaforte "Il vecchio e la rosa" dice testualmente "Se immagini la rosa diventerai rosa, se preferisci l'incostante usignolo, diventerai usignolo. Tu sei la parte, la verità sta nel Tutto. E se un giorno penserai al Tutto, anche tu diventerai il Tutto"…
R. Sì, ho riportato quest'iscrizione, incisa con la tecnica di Leonardo della "scrittura specchiata", proprio allo scopo di accentuare il mistero di queste parole pronunciate da un vecchio saggio afgano. Parole magiche che segnano il percorso spirituale di perfezionamento che ogni essere, volente o nolente, deve compiere per ritornare alla propria origine divina.
L'arte, infatti - come era intesa anticamente - ovvero quale "imitazione della natura nel suo modo di operare", richiede la contemplazione interiore come condizione necessaria. Non si tratta, quindi, dell'imitazione della natura nelle sue produzioni apparenti, come immaginano i sostenitori del "realismo" positivista ottocentesco, né tantomeno - dal lato opposto - dello sviluppo indefinito di fantasticherie individuali, elaborate dalle teorie "estetiche" dei moderni.
Mi rendo conto che, a questo punto, il discorso si faccia un po' difficile, e meriterebbe ben altri sviluppi, ma è evidente che quando l'opera d'Arte è tale, essa genera in chi è qualificato a comprenderla un sentimento di pace, di equilibrio interiore e di serenità, frutto di quella "conformità all'ordine" che integra l'opera nell'armonia del cosmo.
Quanto alla mia mostra, direi che il mio omaggio è dedicato principalmente ai miei due grandi maestri Gregorio Calvi di Bergolo e Gigi Morbelli che, all'Accademia Albertina di Torino, mi hanno insegnato gli autentici valori dell'arte e la loro religione del lavoro. È fondamentale per i giovani avere dei buoni maestri. Ed è anche sorprendente. Grazie a Calvi di Bergolo, ad esempio, sono finito perfino nella galleria dell'International Museum of Surgical Science Collection di Chicago…

D. Con una sua opera?
R. No, come modello di alcune grandi opere del mio maestro ispirate alla storia della scienza medica, esposte in questo museo e vendute anche come cartoline! Calvi di Bergolo era solito servirsi dei suoi migliori allievi come modelli di alcune sue rappresentazioni storiche. Ci faceva vestire negli sfarzosi costumi dell'epoca, e, mentre lavorava, insegnava ai suoi "studenti-modello", come ci chiamava scherzosamente, le tecniche ed i segreti della pittura cinquecentesca e seicentesca. Basta collegarsi via internet sul sito www.imss.org del Museum of Surgical Science di Chicago per vedermi ritratto in alcuni dei suoi capolavori. O meglio, per tentare di riconoscermi. Sono passati così tanti anni! L'altro mio grande maestro Gigi Morbelli, invece, mi ha insegnato tutti i segreti della tempera ad uovo in voga nel Quattrocento. Ecco perché mi sembra di essere nato e cresciuto come artista in una bottega del Rinascimento.

D. In occasione della sua mostra, verrà esposta anche la riproduzione della prefazione autografa scritta da Giorgio De Chirico per il Catalogo intitolato “Gregorio Calvi di Bergolo”, pubblicato in occasione della mostra al Museu de Arte de Sao Paulo, in occasione della sua mostra avvenuta nell’estate del 1979. Un documento significativo, che ci rivela un De Chirico ipercritico contro "i cosiddetti modernisti". Uno scritto ancora oggi attuale considerate le dispute in corso nel mondo dell'arte dopo quest'ultima edizione della Biennale di Venezia. Lei si ritiene "modernista" oppure, come dice il "Pictor optimus", "antimodernista", cioè "vero artista"?
R. Personalmente ritengo questa perenne polemica tra avanguardie e classicismo, un problema mal posto, per la confusione esistente nelle diverse concezioni di "arte".
È evidente, tuttavia, che l'arte, diciamo "ufficiale", riflette sempre il mondo in cui si manifesta, e conseguentemente il mio giudizio sull'arte contemporanea (quella della Biennali, per intenderci) coincide esattamente con la mia opinione sul mondo moderno. Ma a questo punto ritengo che "…il tacer sia bello…".
Per quanto riguarda, invece, la "vera pittura" di Calvi di Bergolo, sono pienamente d'accordo con De Chirico su due punti a mio giudizio essenziali. Per insegnare ed apprendere l'arte, anzitutto, è fondamentale iniziare dai classici, in particolare dal nostro Rinascimento. L'Italia, peraltro con i suoi "luoghi dell'arte", è il Paese primo al mondo per ricchezza di beni culturali: ogni città, ogni piccolo centro, ogni chiesa custodisce un'opera d'arte da ammirare e studiare. Perché non approfittarne? Quanto ai collezionisti, penso che abbia ragione il "Pictor optimus" quando suggerisce loro di orientarsi sulle "opere che amano sinceramente e quando le acquistano hanno piacere di portarle a casa poiché sanno che, oltre a loro piaceranno anche alle loro mogli, ai loro figli e che dopo, più tardi, continueranno a piacere". Personalmente mi sono sempre attenuto a questo principio e, quando guardo i quadri dei miei artisti preferiti appesi alle pareti di casa mia, provo davvero un senso di equilibrio, di purezza e di tranquillità. Allora, corro nel mio studio e cerco di fare, se possibile, qualcosa di bello…".

Silvano Tuzi
Sanremo, 16 giugno 2005




Dove e Quando

È stata presentata a Sanremo, presso la Libreria-Galleria La Fenice, la mostra di acqueforti "Paesaggi dell'anima" dell'incisore pittore Raffaele Benito Lizza, un artista torinese di nascita e di formazione che da tempo ha scelto di vivere in Riviera come "paradiso naturale di ispirazione pittorica".
La mostra, che ha ottenuto il patrocinio dell'ATP Riviera dei Fiori, resterà in cartellone fino al prossimo 30 settembre e si articolerà in tre eventi, uno al mese, scanditi dal suo sottotitolo ispirato ai "Paesaggi dell'anima" dell'artista: "la Riviera, i Sogni", (luglio), "la Donna, i Gatti" (agosto), "l'Oriente, i Viaggi" (settembre).
Un gioco di specchi tra le opere dell'artista e le sue passioni letterarie, tra le sue acqueforti e i libri dei suoi autori preferiti, che rappresenta anche un progetto pilota per una nuova dimensione delle librerie antiquarie. La libreria, cioè, vissuta come "Spazio dell'Arte", come confronto tra l'artista ed il suo pubblico, come teatro delle "passioni dell'anima".
Questo progetto si propone, dunque, di rilanciare la libreria antiquaria, proprio nel momento attuale del trionfo delle immagini, non solo come "museo vivente del libro", ma anche come "spettacolo della cultura visiva". Alla vigilia della presentazione della sua mostra alle autorità e alle Istituzioni, Raffaele Benito Lizza ha rilasciato questa intervista.

"Il pittore e il poeta
hanno analoghi occhi
che attraverso la finestra dello spirito
esplorano con l'arte l'universo…"

Ai Qing

Scarica l'Invito alla mostra (PDF)