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Libri antichi e di pregio di tutte le epoche, eventi e mostre d'arte
05/08/2025
L’ultima sera di luglio, nella piazzetta davanti alla libreria La Fenice di Sanremo, ha preso vita una serata bellissima, particolarmente interessante, quasi magica, col racconto, le riflessioni ed i numerosi riferimenti letterari che Stefano Faravelli ha fatto del suo viaggio verso Capo Horn a bordo di “Adriatica”, un loop di 25 metri.
La “via del taccuino” praticata da Faravelli è una via che obbliga a mettersi in relazione con le cose piccole e grandi che ci circondano, le persone, come Ricardo il nostromo o Abuela, l’ultima india che parla la lingua yaghan, i luoghi come l’interno di Adriatica, il porto di Ushuaia o le spiagge dell’isola di Navarino, i piccoli ritrovamenti casuali come la zampa di un pinguino o un teschio di cormorano o le oche carancas, le atmosfere mutevoli e i venti improvvisi e violenti della Terra del Fuoco, la pioggia sottile come acqua nebulizzata, la sosta forzata in attesa che la Marina militare disincagli l’ancora di Adriatica. Sono situazioni e incontri ravvicinati senza intermediari, dei faccia a faccia con realtà totalmente differenti dalle nostre ma tali da arricchirci profondamente se abbiamo la pazienza di osservarli con attenzione ed accettarli senza condizioni. Si scopre così la bellezza e la meraviglia di ogni cosa! Ed anche il taccuino di Faravelli va accettato così com’è, scritto e dipinto un po’ in un verso un po’ nell’altro obbliga il lettore a girarlo e rigirarlo tra le mani, a non essere pigro!
Ed il pubblico, numeroso, attento e partecipe, non ha perso una parola del racconto di Stefano Faravelli, pittore, viaggiatore, filosofo e naturalista.