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CON I PIEDI NELL'ACQUA E LA MENTE TRA LE NUVOLE
Incursioni pittoriche lungo la costa a Sanremo

esposizione dall'11 al 31 agosto
La Fenice Libreria - Galleria

CON I PIEDI NELL’ACQUA E LA MENTE TRA LE NUVOLE

Le venti tele della facciata della cattedrale di Rouen dipinte da Claude Monet, esposte per la prima volta alla galleria Duran Ruel a Parigi nell’autunno del 1895, fanno parte di un complesso di ben 50 dipinti dello stesso soggetto oggi sparsi nei musei del mondo.

Ne ho viste alcune al Jeu de Paume e mi sono chiesto: cosa può aver spinto un genio dell’arte a rimanere sullo stesso tema con le sole varianti del cambio delle ore e del tempo?  Una sola capacità tecnica di un architetto della luce?  L’ossessione dei pittori impressionisti di essere degli scienziati della luce fino alla esasperazione del puntinismo di Georges Seraut?  Oppure piuttosto la capacità di penetrare la realtà in tutte le sue infinite possibilità su di un solo tema.

La ripetizione del soggetto è il variare delle molte emozioni che l’artista mette l’una accanto all’altra come un affresco della memoria per un dialogo con mille parole, come l’esplosione di un notturno fuoco d’artificio.

L’artista vede con gli occhi dell’anima il mare da lontano e lontano è il mondo ed è il mondo che si fa vicino perché non desidera altro che essere raccontato e lasciarsi scoprire. Per questo il pittore è un profeta, un oracolo imparentato con la storia fin dal principio del tempo e nel mezzo della sua visione racconta di nuvole, rosa o gialle e di mari blu, azzurri e neri. Il pittore tocca cielo e nuvole con un dito perché dipinge cielo, mare e onde, sciabordo senza fine, lui in mezzo a cielo, mare sciabordo e terra nel candore immacolato di un tramonto o con la presenza inquietante della figura in contemplazione di un improbabile silenzio.

In questa esposizione la pittura di Leonardo Pedrelli è racconto di sé, è segno e memoria della vita che ci viene offerta senza pudicizie, volendo che a parlare sia il colore delle cose che l’hanno innamorato. E sempre il risultato è raffinato, rarefatto in striature di colori potenti o in torbide tempeste immaginate prima dentro di sé e poi con la mano che ubbidisce.

In Leonardo Pedrelli l’arte è sempre stata un fiume irruente presente in tutta la sua attività creativa e solo occasionalmente il fiume è apparso alla luce e ha determinato nella sua vita periodi artistici tutti degni di attenzione che non si sono ancora esauriti.

Per una distorsione professionale o una severa laicità di pensiero Leonardo Pedrelli non accetterebbe l’appellativo di artista, ma forse ha bisogno di essere educato dai lavori che fa per riconoscersi tale,

Sono questi i pensieri, nello scorrere i “lavori” di Leonardo Pedrelli sulla costa sanremese, che vengono a circondarmi nella mia testimonianza di un alunga ed artistica amicizia.

Claudio Michelotti – Parma 7 agosto 2017